1 giugno 2017

Film sul Silmarillion: fattibile o no?

Quest'oggi vorrei affrontare una faccenda che trovo intrigante e insieme suggestiva: un possibile adattamento cinematografico dell'opera magna di J.R.R. Tolkien, il possente e inimitabile "Il Silmarillion".



Molti appassionati della Terra di Mezzo si chiedono se una possibile trasposizione cinematografica di questo tomo sia effettivamente possibile dopo il passaggio sul grande schermo de "Il Signore degli Anelli" prima e "Lo Hobbit" poi, ed è proprio quello che mi chiedo anch'io. Da qui è nata in me questa "esigenza" di esprimere una mia opinione in merito dopo alcune riflessioni.

Il mio obiettivo non è quello di criticare le posizioni altrui né quello di scontrarmi con esse, voglio solo esporre una mia personale opinione e i possibili dubbi su una simile "operazione" e su come la si potrebbe portare in porto secondo me. Per fare ciò cercherò come prima cosa di dare un'infarinatura in poche righe e senza alcuno spoiler sul libro per coinvolgere anche chi, forse spaventato dalle parole altrui o per mancanza di tempo, non ha ancora letto questo capolavoro (leggetelo!).

Detto questo, per permettere a chiunque di inquadrarmi meglio... chi sono? Nessuno e non sono un tolkeniano o un esperto con chissà quali pretese, ma l'idea di vedere una serie di film su "Il Silmarillion" mi affascina non poco e voglio dimostrarlo attraverso questo post. Per questo motivo ho riordinato le mie idee e ho deciso di intrufolarmi in questa fantastica discussione per, si spera, arricchirla e donare qualche input nuovo o comunque un altro punto di vista non richiesto per contribuire a questa discussione. Chiarito tutto quello che c'era da chiarire, non mi resta che augurarvi buona lettura!
 

- Cos'è "Il Silmarillion"?


"Il Silmarillion" è un testo incompiuto le cui origini risalgono al lontano 1917. Rappresenta metaforicamente parlando "un tronco da cui si diramano tutte le altre opere" (cit.) di Tolkien e, proprio per tale ragione, ha un'importanza notevole per il cosiddetto legendarium tolkeniano.

Non è un semplice libro, ma un tentativo moderno di donare ai lettori un racconto epico e mitico che parte da quella che può essere definita come la genesi della Terra di Mezzo per poi percorrere innumerevoli secoli dando forma a quel passato spesso accennato e ricordato da certi personaggi ne lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli. Un libro immenso e che può indirettamente ricordare i testi mitici dell'antichità come la "Teogonia" di Esiodo, "l'Edda Poetica", la "Bibbia" et simili. Ed è questa, almeno secondo me, la grande bellezza di questo libro, ciò che lo rende unico e speciale anche perché Tolkien desiderava donare un racconto mitologico al proprio paese che ne era sprovvisto e ci è riuscito assai bene.


"Il Silmarillion" è per gran parte incentrato sulla Prima Era della Terra di Mezzo e la sua narrazione, se vogliamo proprio stringere, ruota intorno a tre oggetti magici o mistici chiamati "Silmaril" e sulla loro perdita e tentata riconquista. E' suddiviso in cinque racconti: Ainulindale e Valaquenta, che rappresentano il momento cosmogonico del Silmarillion e narrano la genesi di Arda; Quenta Silmarillion, il racconto più vasto e longevo che narra la guerra tra Elfi e Uomini contro il nemico Melkor-Morgoth di cui il famoso e temuto Sauron era solo un servitore; Akallabeth, incentrato sulla caduta di Numenor e infine Degli Anelli del Potere e della Terza Era.

Sperando di aver fornito un'infarinatura accettabile per permettere a chiunque di seguire la lettura di quanto segue, passiamo ai prossimi punti.

- Una missione Impossibile? 

Nel caso si decidesse davvero di realizzare un adattamento per il cinema, per riuscire grossomodo a portare con un po' di fedeltà questo libro sul grande schermo, a mio parere non si dovrebbero realizzare meno di tre film. Scrivo questo perché, personalmente, trovo essenziale la quantità in questo contesto se non un aspetto fondamentale, per un semplice motivo: un solo film, a fronte dell'immenso materiale contenuto nel libro, lo troverei inaccettabile e fuoriluogo se non addirittura un'offesa SE l'intento fosse quello di ripercorrere tutto "Il Silmarillion", sia chiaro. Tuttavia, a prescindere da tutto ciò, è fattibile o no realizzare dei film su quest'opera mastodontica? 

Dal punto di vista tecnico realizzare dei film su quest'opera è per me fattibile. In genere, la sfida più grande per dei film di questa portata è relativa al budget a disposizione e ai limiti tecnologici. Poiché le major quando fiutano un affare non si fanno molti problemi a investire grosse somme di denaro (si veda "Lo Hobbit": ogni film ha avuto a disposizione un budget di 200 milioni di dollari circa) e visto lo sviluppo incredibile della CGI e dei computer negli ultimi anni non ho dubbi sul fatto che si possano realizzare dei film cosi potenti dal punto di vista visivo e creativo. 
In pratica, secondo me si può fare dal punto di vista degli effetti speciali e del budget tuttavia sono altre le cose che generano in me alcuni dubbi, ovvero l'immensità e la vastità ciclopica del contenuto del Silmarillion che si discosta dal discorso "tecnico-tecnologico" appena fatto. Ma è davvero cosi possente si chiederanno giustamente coloro che potrebbero non averlo letto?

Dal punto di vista materiale, non direi. Difatti, almeno nell'edizione "grandi tascabili" della Bompiani che posseggo, il libro non supera le 700 pagine. Se da queste poi togliamo la prefazione, una lettera di Tolkien, gli indici dei nomi (che non temono il confronto con l'indice dei nomi presente ne l'Iliade omerica), le genealogie, qualche mappa e le note del traduttore ci ritroviamo con 200 pagine in meno e il racconto effettivo che ricopre soltanto 500 pagine. 

Letto quanto sopra, qualcuno potrebbe sbottare cosi: "Ma come!? Il Signore degli Anelli con le sue 1200 pagine è stato trasposto dignitosamente in una trilogia di tutto rispetto e "Il Silmarillion", che dalla sua vanta solo 500 pagine, non può essere adattato nello stesso degno modo e lo hai persino dipinto come qualcosa di titanico? Ma va là!".

Un'osservazione di tutto rispetto, ma cerco di riassumere con questo schemino mal fatto (prestate attenzione alle linee orizzontali di colore rosso):

Ecco qual'è, a mio parere, il VERO problema e il LIMITE di un'operazione del genere, ovvero la dimensione "immateriale" di quest'opera.

Se a livello puramente materiale (il numero fisico di pagine) il libro si presenta di "modeste" dimensioni, non si può dire lo stesso del contenuto, ossia dell'aspetto immateriale (storia e trama, per non parlare poi del cast sconfinato di personaggi che fa letteralmente impallidire quello visto nel celebre "Il Signore degli Anelli") e spero che lo spartano schemino di cui sopra abbia in qualche modo reso l'idea. Dopotutto, a ben pensarci, un libro può essere visto come una bambola matriosca o, se preferiamo, come un frutto dove la buccia esterna (copertina e numero di pagine) racchiude e al contempo ricopre la sua vera essenza e la sua vera dimensione succosa (la storia narrata in quelle pagine attraverso dei segni stampati).

Come scritto sopra, Tolkien con "Il Silmarillion" ha narrato secoli e secoli della Terra di Mezzo attraversando diverse Ere, dando forma e concretezza all'immenso passato del suo mondo immaginifico. Ed è questa la grande differenza con "Il Signore degli Anelli" il quale, al contrario, si concentra su un evento in particolare, la Guerra dell'Anello, e su un periodo di tempo limitato e ben circoscritto (una piccolissima parte della cosiddetta Terza Era). Per altro, la parola scritta permette di racchiudere in poche righe una quantità di tempo immensa se lo si vuole (ad esempio, basta scrivere "due secoli dopo" e sia per il lettore che la stessa fabula sono passati effettivamente due secoli) e questo rende la sfida ancora più difficile se possibile visto che il linguaggio audiovisivo racconta per immagini e non può sintetizzare allo stesso modo della parola scritta. Per esempio, se Tolkien ha scritto "e la battaglia infuriò per cinque giorni" senza cosi scendere nei dettagli, risparmiando una miriade di inchiostro e di pagine, al contrario in un film in nome della spettacolarizzazione e dello storytelling devi invece mostrare quella battaglia e il suo svolgimento il che come minimo ti riempirà almeno venti minuti di pellicola e questo lo abbiamo ben visto nel terzo capitolo cinematografico de "Lo Hobbit", la nota Battaglia dei Cinque Eserciti. A tutto questo, per far ancor più comprendere la mia perplessità, aggiungiamo che il terzo racconto del libro, il citato "Quenta Silmarillion", contiene ben 24 capitoli che possono tranquillamente fungere da materiale di base per altrettanti film e sfornare in soldoni più di venti sceneggiature diverse se lo si desidera. Un esempio emblematico in tal senso lo possiamo trovare nel fantastico racconto de "I figli di Hurin" che, pur occupando un solo capitolo, può da sola bastare per un intero lungometraggio di oltre due ore! (in realtà quest'ultimo è stato ripubblicato ed esteso dal figlio di Tolkien rendendolo a tutti gli effetti un romanzo, quindi molto più lungo dell'originale appena usato come esempio).

Quindi si può condensare tutta questa popò di roba in soli tre film come fatto in passato? Non credo proprio. Ciononostante, ho pensato a qualche soluzione che annullerà questo apparente pessimismo profuso negli ultimi paragrafi anche perché i dubbi sopra esposti, per meglio chiarire, erano rivolti a una trasposizione totale del libro.

- Le due possibili vie

A mio discutibile parere, non si può operare una trasposizion dalla A alla Z del Silmarillion (a meno che non si girino dieci e passa film, cosa di cui dubito fortemente) e credo di avere ampiamente espresso i motivi personali per i quali sono arrivato a una simile e soggettiva conclusione. In poche parole, non mi trovo molto d'accordo con chi ipotizza ciò quando si parla di una possibile trasposizione di questa maestosa opera perché ritengo ci siano altre strade che, personalmente, trovo anche più efficaci. Ho trovato due possibili alternative che in qualche modo possono rendere fattibile il passaggio sul grande schermo del Silmarillion, anche se non nella sua totalità, scavalcando i limiti della sua immensità e preservandone la dignità artistica.



La prima a cui ho pensato, meno appagante, consisterebbe nel focalizzare l'attenzione solo su alcuni episodi chiave o celebri del Silmarillion (che come detto possono tranquillamente fungere da base per interi lungometraggi), un po' come nel tempo si è fatto con la "Bibbia" ad esempio. Seguendo questo sentiero si potrebbe iniziare da quelle storie che si collegano indirettamente ad alcuni personaggi ed eventi nominati nella famosa trilogia cinematografica dell'Anello (questo tra l'altro andrebbe a creare, a mio avviso, un gustoso e apprezzabile collegamento e un senso di continuità, di "unicum" partendo da ciò che lo spettatore medio già conosce anche solo per sentito dire grazie a Peter Jackson e i suoi film) per poi arrivare a storie più remote e con meno legami con il capolavoro tolkeniano dedicato alla guerra dell'anello. In tal senso, la già accennata storia de "I Figli di Hurin" sarebbe un'ottima storia da portare al cinema, ma naturalmente ce ne sono anche altre di pregevole fattura.

Altrimenti l'altra possibile strada, forse più intrigante e più vicina a un'idea di trasposizione dalla A alla Z dell'opera tolkeniana desiderata da alcuni fan, consisterebbe nel costruire la sceneggiatura lavorando il filo narrativo di base del libro, ovvero la perdita e la tentata riconquista dei tre Silmaril i quali costituiscono un po' l'elemento base e il cuore stesso del Silmarillion - peraltro possono richiamare, indirettamente, l'Anello del Potere donando al contempo una certa familiarità agli spettatori. Il costruire dei film, mettiamo tre, su questi tre importanti oggetti consentirebbe ai vari sceneggiatori di concentrare le proprie risorse solo su quei capitoli ove i tre Silmaril sono protagonisti della vicenda escludendo il resto (e giustamente dovranno lavorare di fino e saper ben utilizzare gli strumenti del mestiere e la propria abilità e sensibilità), il che permetterebbe loro di portare sul grande schermo anche solo una trilogia con alla base però un nucleo narrativo solido. Tocco finale, si potrebbe aprire il primo film di questa ipotetica nuova trilogia con un classico prologo in pieno stile "La Compagnia dell'Anello" di circa dieci minuti in cui inserire, riassuntivamente, il contenuto cosmogonico dell'Ainulindale e del Valaquenta, i primi due racconti del Silmarillion (a mio parere, grazie all'odierna CGI si può fare senza troppe difficoltà e, vista la loro non eccessiva lunghezza all'interno del libro, si possono tranquillamente "stringere"), insieme naturalmente all'apparizione dei tre oggetti.

Secondo il mio modesto parere e il mio gusto personale quest'ultima sarebbe un'ottima strada da percorrere e potrebbe far percepire la potenza e la bellezza di quest'opera ai neofiti, spingendoli a recuperarla e a leggerla come accaduto con "Il Signore degli Anelli" anni fa (nessun adattamento può avere la pretesa di sostituirsi all'opera originale e, inoltre, un buon adattamento non deve trasporre parola per parola l'opera di partenza riducendosi a una "brutta-copia" priva di personalità).

- Un ingrediente immancabile (finale)

Malgrado le opinioni personali, naturalmente dissimili tra loro e non sempre accordanti, credo che su due punti tutti i lettori e appassionati di Tolkien saranno d'accordo. Il primo è che, trasporre questo libro (se mai lo si farà, ovvio), si rivelerà senz'altro un'autentica sfida, una vera e propria epopea; il secondo è che ci vuole gente sinceramente appassionata e innamorata di questo testo e della Terra di Mezzo. Senza la passione e il rispetto e la conoscenza profonda del mondo generato da Tolkien tutte le parole che ho scritto fino a questo momento non hanno alcun senso. Infatti, per quanto possa apparire presuntuoso quanto sto per scrivere, troverei inaccettabile vedere prodotti dei film sul Silmarillion senza un valido e qualificato staff alle spalle, senza ottimi sceneggiatori consapevoli di ciò che andranno ad adattare e senza un regista eccellente. Rifiuto categoricamente un trattamento come quello in parte riservato al recente "Lo Hobbit".


Voglio assolutamente vedere dei film su questo libro, ma se si deve scadere nella tamarraggine, nella puerilità e nel grottesco allora preferisco non vedere alcun film sul Silmarillion. Questa è un'opera che ha bisogno e merita di un approccio simile a quello visto col Signore degli Anelli, non voglio vedere gli stessi scivoloni de "Lo Hobbit". Pretendo un tono solenne, aulico ed epico e nessuna buffonata e azione in stile cinecomics. Questi sono gli ingredienti immancabili su cui non accetterò alcun compromesso e da cui si deve partire per evitare cocenti delusioni e legittime proteste.

Arrivati fino a questo punto spero la lettura sia stata di vostro gradimento. Probabilmente non sarò riuscito ad evitare errori vari, ma garantisco che ho profuso il massimo impegno nello scrivere questo post. Naturalmente tutto ciò che avete letto è, come già detto più volte, solo un'opinione personale non c'è niente di oggettivo e se ho dato un'impressione opposta o sono involontariamente risultato indelicato e offensivo me ne scuso, non era questa l'intenzione.
Sono sicuro ci saranno altre vie da seguire per trasporre "Il Silmarillion" e che quelle che ho proposto non sono esenti da errori e difetti (ad esempio la strada seriale sarebbe altrettanto ottima). Quindi vi invito a commentare e a donare le vostre "vie", le vostre opinioni in merito con tutta tranquillità e a correggermi nel caso.

Vi ringrazio per la lettura, l'attenzione e il tempo dedicatomi.