16 agosto 2019

Dragon Ball: gli invisibili pregi di un manga di successo

Dragon Ball” di Akira Toriyama non ha bisogno di nessuna presentazione. Più o meno tutti conoscono l'opera magna di questo famoso mangaka nata nel lontano 1984 conquistando un successo praticamente planetario. Eppure tale successo è in un certo verso "bilanciato" da una valanga di critiche negative da parte di una fetta di appassionati di manga e anime che fin troppo spesso sembrano peccare di parzialità e di becera "tifoseria". E personalmente vedo più caricature e deformazioni nei confronti di quest'opera che vere critiche portate avanti con cognizione di causa e onestà intellettuale. 
 
Per questi motivi ho decido di provare a valorizzare e a riscattare "Dragon Ball" da questa ingrata e gratuita macchina del fango per mostrarne qualche pregio inosservato persosi in questa smania incessante di demolizione, in questo soffocante miasma. Da questo personale tentativo è venuta fuori un'analisi particolare e del tutto soggettiva sull'opera più celebre di Toriyama e che qui vado a trattare.


Naturalmente, sia chiaro, in questa mia personale analisi prenderò in considerazione soltanto il manga e non le varie serie animate le quali, per ovvie ragioni di adattamento e di trasposizione, hanno perso gran parte di quelle pregevoli caratteristiche che andrò ad analizzare più sotto. Un discorso a parte meriterebbe “Dragon Ball Kai” che al contrario risulta perfettamente in linea con il manga originale e la serie "Dragon Ball Super" che, invero, recupera alcuni tratti positivi del fumetto, ma non è il caso di parlare di queste due serie qui. 
 
Ho precisato quanto sopra per evitare commenti polemici e magari sarcastici da parte di chi ha visionato solo ed esclusivamente le serie animate senza toccare il manga. Anzi, invito queste persone a rivederle con calma senza idee preconcette anziché aggrapparsi a un ricordo ormai sbiadito e, nel caso, a leggersi anche il manga evitando cosi di dar cieca fiducia ai fallaci tormentoni del web sui presunti difetti dell’opera di Toriyama tanto diffusi, condivisi e perpetrati anche dai fan del Mondo del Drago come fossero il Vangelo. Bene, dopo questa pappardella posso passare all'argomento principale del post: quali sono questi pregi di "Dragon Ball"?

Dopo una breve riflessione personale e ripensando alle parole degli estimatori di quest’opera, sono arrivato alla conclusione che “Dragon Ball” (ricordo, il manga) ha un punto di forza non indifferente derivante dalla capacità del maestro Toriyama di oscillare tra la rapidità e la semplicità. Cosa voglio dire con questo? E, inoltre, sono davvero cosi importanti tali elementi, questi valori? A mio modesto parere si, ancor più se si pensa alla “nona arte” dove il saper tenere il lettore incollato alle tavole e rendendogli la lettura il meno pesante possibile ha un’importanza che oserei definire capitale. Ma andiamo con calma.


Nel dattiloscritto “Sei passeggiate nei boschi narrativi” di Umberto Eco (potete trovare qui un mio commento al testo) si legge che "la rapidità è una virtù narrativa". Qualche anno prima Italo Calvino la inserì guarda caso tra i valori letterari da conservare nel prossimo millennio (era il 1985). Sembra proprio che Toriyama non la pensi diversamente, o almeno secondo la mia personale visione. 
 
“Dragon Ball” è un fumetto che fa della rapidità una sorta di apologia. Leggendolo salta subito all'occhio come certi espedienti narrativi, spesso onnipresenti in altri manga famosi, siano stati in qualche modo omessi. E a mio parere questa omissione non è un difetto bensì una scelta narrativa ben precisa dell'autore se non una sua personale caratteristica (magari messa in atto inconsciamente) volta a rendere la narrazione la più rapida possibile riuscendo a focalizzare l’attenzione del lettore sugli eventi correnti senza alcun tipo di distrazione. 
Ad esempio, alcuni mangaka usano molti flash-back nelle loro storie facendone addirittura un tratto distintivo mentre Toriyama non ha mai puntato su di essi. Questo permette a “Dragon Ball” di viaggiare a una velocità costante senza mai subire rallentamenti di sorta e sfoggiando un ritmo narrativo invidiabile e imbattibile. Infatti, il saltare avanti e indietro alterando l’intreccio, rendendo di fatto la narrazione non-lineare, porta all'inevitabile rallentamento del ritmo rischiando di appesantire la lettura se non, in casi estremi, di far perdere il filo del discorso al lettore e tutto questo viene sapientemente evitato  da Toriyama. E se da una parte la mancanza dei flash-back può apparire un limite perché, cosi facendo, si rischia di affievolire l’aspetto emozionale di alcune scene e di non riuscire ad approfondire al meglio un dato personaggio dall'altra non può far altro che rafforzare l’abilità del mangaka il quale deve caratterizzare al meglio i personaggi e rendere emotive le varie scene senza artefici narrativi di alcun genere, affidandosi esclusivamente al disegno e all'impostazione registica delle tavole, contando esclusivamente su se stesso. Naturalmente ciò che rende tanto rapido "Dragon Ball" è anche l’utilizzo di alcune ellissi e sommari oltre a limitare al massimo le pause narrative. In pratica il maestro dà molta importanza alla narrazione dei fatti, al "presente", che non alla sospensione e alla digressione: ciò rende il ritmo narrativo molto veloce. In pratica è una caratteristica peculiare di questo mangaka che probabilmente ha avuto qualche merito nel successo planetario di questo fumetto ormai famosissimo. A tal proposito, per portare qualche altro esempio concreto basti pensare al contenuto dei singoli volumi e alle varie saghe. Per quanto mi riguarda, non vi è alcun tempo morto: tutto procede speditamente e l’azione è quasi onnipresente, inoltre tra la fine di una saga e l’inizio di un’altra non ci sono mai capitoli meramente riempitivi o atti ad allungare il brodo, ma si va subito al sodo senza troppi giri di parole e... di disegni. E quando ci sono spiegazioni da fornire Toriyama le condensa in poche vignette non perdendosi in spiegoni interminabili evitando in tal modo un fisiologico calo di tensione e magari anche la noia nel lettore. Infine, quando si devono menare le mani lo si fa evitando qualsivoglia interruzione; insomma si combatte e basta!

Alla sopra discussa rapidità Toriyama ha affiancato la semplicità
 
Qui dobbiamo subito dileguare qualche dubbio e pregiudizio. "Semplicità" non è sinonimo di banalità e non la intendo di certo nell'accezione negativa della parola. “Dragon Ball” è semplice nel senso più positivo possibile del termine, ovvero che non è complesso e risulta immediato, di facile lettura. Eppure non dobbiamo essere tratti in inganno da questo suo valore poiché come direbbe uno chef esperto le ricette semplici sono spesso le più difficili da preparare e le più insidiose. 
In verità, ad essere precisi, questa semplicità è in parte frutto della già ampiamente discussa rapidità se non di una sua diretta conseguenza. Dopotutto una struttura narrativa lineare e priva di troppi artefici narrativi tende di fatto e in modo del tutto naturale a semplificare non poco la lettura al lettore rendendola più fluida, ma c’e’ una semplicità che deriva anche da altri aspetti secondo me. Questo manga vanta difatti una semplicità anche dal punto di vista tematico e della trama in senso generale.

Il realizzare saghe cicliche, puntare su una trama per nulla cervellotica ed evitare al contempo temi forti e “pipponi” filosofici è sintomo di una voluta e sentita semplicità e genuinità che rende questo fumetto non diverso dal protagonista che ravviva le sue pagine, Son Goku. Questa semplicità si rispecchia persino nei disegni che, tuttavia, sono tutt'altro che ingenui o banali e nascondono una tecnica e uno stile invidiabili, unici e geniali. Ciononostante, sotto-sotto, delle tematiche sono comunque presenti nell'opera di Toriyama solo che, invece di essere esplicitate attraverso i dialoghi dei personaggi ed essere urlate ai quattro venti a ogni balloon, sono implicite nelle azioni degli stessi cosa che a mio modesto parere è anche più efficace se si considera che nella vita ciò che più conta e qualifica le persone sono le azioni e non tanto le parole. In pratica, l'azione diventa un canale per trasmettere le varie tematiche rafforzando il detto anglosassone relativo allo storytelling, "Show, don't tell!".

Tutto quello che ho scritto sopra, dal mio opinabile punto di vista, rende “Dragon Ball” un manga semplice, diretto, senza troppi fronzoli narrativi, leggero, per nulla pesante e spedito come un treno in corsa senza freni. Questo per me è ciò che lo caratterizza, il suo punto di forza maggiore che non sempre gli viene riconosciuto anzi, viene visto a torto come un difetto. 
 
“Dragon Ball” non vuole essere un fumetto complesso, ramificato, contorto e profondo, ma un’opera non impegnativa per il proprio lettore e, a mio parere, ci vuole anche questo nella vita: leggerezza spensieratezza. Per riflettere e commuoversi a ogni pagina, per deprimersi ed interrogarsi sul senso della vita ci sono altri titoli. Secondo me prima di avvicinarsi a “Dragon Ball” si deve ben capire questo per goderselo pienamente ed evitare al contempo opinioni preconcette e inutili paragoni a tutti i costi con altri famosi manga. In fin dei conti ogni opera è a se ed è figlia del suo tempo e del suo autore il quale è unico e inimitabile e va apprezzato (se meritevole e in tal caso il merito esiste per me) per il suo modo di raccontare, per il suo personalissimo stile. Dovremmo poi ricordarci che ogni autore, anche a livello inconscio, ha sempre in mente un certo tipo di lettore al quale direttamente o indirettamente si rivolge e per riuscire a beneficiare a meglio della sua creazione dovremmo impegnarci ad essere tutti dei cosiddetti lettori modello. E "Dragon Ball" ha proprio bisogno di lettori modello a mio dire!

Guai se un testo dicesse tutto quello che il suo destinatario dovrebbe capire: non finirebbe più. {…} Uno scrittore, per dire troppo, a volte diventa più comico dei suoi personaggi” scriveva Umberto Eco. Personalmente, credo che Toriyama sia riuscito a tenersi ben lontano da un simile rischio, non trovate anche voi? 

Spero la lettura sia stata di vostro gradimento e vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo. 

P.S. Questo post è dedicato a tutti gli amici che mi sono stati vicini e mi hanno consigliato dopo che il blog originale in cui i vari post a tema "anime e manga" (come il qui presente) è stato chiuso con la conseguente perdita di materiale. Inoltre è dedicato a chi vive con vera passione l'amore per "Dragon Ball", a chi ha sempre saputo essere un lettore (o spettatore nel caso delle serie animate) modello e a chi scrive quotidianamente articoli a tema "Dragon Ball" con cura e rispetto dei lettori (il Team Saiyajin in testa a tutti).