“Dragon
Ball” di Akira Toriyama non ha bisogno di nessuna presentazione. Più o meno tutti conoscono l'opera magna di questo famoso mangaka nata nel lontano 1984 conquistando un successo praticamente planetario. Eppure tale successo è in un certo verso "bilanciato" da una valanga di critiche negative da parte di una fetta di appassionati di manga e anime che fin troppo spesso sembrano peccare di parzialità e di becera "tifoseria". E personalmente vedo più caricature e deformazioni nei confronti di quest'opera che vere critiche portate avanti con cognizione di causa e onestà intellettuale.
Per questi motivi ho decido di provare a valorizzare e a riscattare "Dragon Ball" da questa ingrata e gratuita macchina del fango per mostrarne qualche pregio inosservato persosi in questa smania incessante di demolizione, in questo soffocante miasma. Da questo personale tentativo è venuta fuori un'analisi particolare e del tutto soggettiva sull'opera più celebre di Toriyama e che qui vado a trattare.
Naturalmente,
sia chiaro, in questa mia personale analisi prenderò in considerazione soltanto il manga e
non le varie serie animate le quali, per ovvie ragioni di adattamento
e di trasposizione, hanno perso gran parte di quelle pregevoli
caratteristiche che andrò ad analizzare più sotto. Un discorso a parte meriterebbe “Dragon
Ball Kai”
che al contrario risulta perfettamente in linea con il manga originale e la
serie "Dragon
Ball Super" che, invero, recupera alcuni tratti positivi del fumetto, ma non è il caso di
parlare di queste due serie qui.
Ho precisato quanto sopra per evitare
commenti polemici e magari sarcastici da parte di chi ha visionato solo ed
esclusivamente le serie animate senza toccare il
manga. Anzi, invito queste persone a rivederle con calma senza idee
preconcette anziché aggrapparsi a un ricordo ormai sbiadito e, nel
caso, a leggersi anche il manga evitando cosi di dar cieca fiducia ai
fallaci tormentoni del web sui presunti difetti dell’opera di
Toriyama tanto diffusi, condivisi e perpetrati anche dai fan del
Mondo del Drago come fossero il Vangelo. Bene, dopo questa
pappardella posso passare all'argomento principale del post:
quali sono questi pregi di "Dragon Ball"?
Dopo una breve riflessione personale e ripensando alle parole degli estimatori di quest’opera, sono arrivato alla conclusione che “Dragon Ball” (ricordo, il manga) ha un punto di forza non indifferente derivante dalla capacità del maestro Toriyama di oscillare tra la rapidità e la semplicità. Cosa voglio dire con questo? E, inoltre, sono davvero cosi importanti tali elementi, questi valori? A mio modesto parere si, ancor più se si pensa alla “nona arte” dove il saper tenere il lettore incollato alle tavole e rendendogli la lettura il meno pesante possibile ha un’importanza che oserei definire capitale. Ma andiamo con calma.
Nel
dattiloscritto “Sei
passeggiate nei boschi narrativi”
di Umberto
Eco (potete trovare
qui un mio commento al testo) si legge che "la
rapidità è una virtù narrativa".
Qualche anno prima Italo
Calvino la
inserì guarda caso tra i valori letterari da
conservare nel prossimo millennio (era
il 1985). Sembra proprio che Toriyama non la pensi diversamente, o
almeno secondo la mia personale visione.
“Dragon
Ball” è un fumetto che fa della rapidità una sorta di apologia. Leggendolo
salta subito all'occhio come certi espedienti narrativi,
spesso onnipresenti in altri manga famosi, siano stati in qualche
modo omessi. E a mio parere questa omissione non è un difetto bensì una scelta narrativa ben
precisa dell'autore se non una sua personale caratteristica (magari messa in atto inconsciamente) volta a rendere la narrazione la
più rapida possibile riuscendo a focalizzare l’attenzione del lettore sugli eventi
correnti senza alcun tipo di distrazione.
Ad esempio, alcuni
mangaka usano molti flash-back nelle
loro storie facendone addirittura un tratto distintivo mentre
Toriyama non ha mai puntato su di essi. Questo permette a “Dragon
Ball” di viaggiare a una velocità costante senza mai subire
rallentamenti di sorta e sfoggiando un ritmo narrativo invidiabile e
imbattibile. Infatti, il saltare avanti e indietro
alterando l’intreccio,
rendendo di fatto la narrazione non-lineare,
porta all'inevitabile rallentamento del ritmo rischiando di
appesantire la lettura se non, in casi estremi, di far perdere il
filo del discorso al lettore e tutto questo viene sapientemente evitato da Toriyama. E se da una parte la mancanza dei
flash-back può apparire un limite perché, cosi facendo, si rischia
di affievolire l’aspetto emozionale di alcune scene e di non
riuscire ad approfondire al meglio un dato
personaggio dall'altra non può far altro che rafforzare
l’abilità del mangaka il quale deve caratterizzare al
meglio i personaggi e rendere emotive le varie scene senza
artefici narrativi di alcun genere, affidandosi
esclusivamente al disegno e all'impostazione registica
delle tavole, contando esclusivamente su se stesso. Naturalmente ciò che rende tanto rapido "Dragon Ball" è anche l’utilizzo di
alcune ellissi e sommari oltre a limitare al massimo le pause
narrative. In pratica il maestro dà molta importanza alla narrazione
dei fatti, al "presente", che
non alla sospensione e alla digressione: ciò rende il ritmo
narrativo molto veloce. In pratica è una caratteristica
peculiare di questo mangaka che probabilmente ha avuto qualche merito
nel successo planetario di questo fumetto ormai famosissimo. A
tal proposito, per portare qualche altro esempio concreto basti pensare al
contenuto dei singoli volumi e alle varie saghe. Per quanto
mi riguarda, non vi è alcun tempo morto: tutto procede speditamente
e l’azione è quasi onnipresente, inoltre tra la fine di una
saga e l’inizio di un’altra non ci sono mai capitoli meramente
riempitivi o atti ad allungare il brodo, ma si va subito al sodo
senza troppi giri di parole e... di disegni. E quando ci sono
spiegazioni da fornire Toriyama le condensa in poche vignette non
perdendosi in spiegoni interminabili evitando in tal modo un fisiologico calo di tensione e magari anche
la noia nel lettore. Infine, quando si devono menare le mani lo si fa evitando qualsivoglia interruzione; insomma si combatte e basta!
Alla
sopra discussa rapidità Toriyama ha affiancato la semplicità.
Qui
dobbiamo subito dileguare qualche dubbio e pregiudizio. "Semplicità" non è sinonimo
di banalità e non la intendo di certo nell'accezione negativa
della parola. “Dragon Ball” è semplice nel senso più positivo
possibile del termine, ovvero che non è complesso e risulta
immediato, di facile lettura. Eppure non dobbiamo essere tratti in
inganno da questo suo valore poiché come direbbe uno chef
esperto le ricette semplici sono spesso le più difficili da
preparare e le più insidiose.
In verità, ad essere precisi,
questa semplicità è in parte frutto della già ampiamente discussa
rapidità se non di una sua diretta conseguenza. Dopotutto una
struttura narrativa lineare e priva di troppi artefici narrativi
tende di fatto e in modo del tutto naturale a semplificare non poco la lettura al lettore rendendola più
fluida, ma c’e’ una semplicità che deriva anche da altri aspetti secondo
me. Questo manga vanta difatti una semplicità anche dal punto di
vista tematico e della trama in senso generale.
Il realizzare
saghe cicliche, puntare su una trama per nulla cervellotica ed
evitare al contempo temi forti e “pipponi” filosofici è sintomo
di una voluta e sentita semplicità e genuinità che rende
questo fumetto non diverso dal protagonista che ravviva le sue
pagine, Son Goku. Questa semplicità si rispecchia persino nei
disegni che, tuttavia, sono tutt'altro che ingenui o banali e
nascondono una tecnica e uno stile invidiabili, unici e geniali. Ciononostante,
sotto-sotto, delle tematiche sono comunque presenti nell'opera di
Toriyama solo che, invece di essere esplicitate attraverso i dialoghi
dei personaggi ed essere urlate ai quattro venti a ogni
balloon, sono implicite nelle azioni degli stessi cosa che a mio modesto parere è anche più efficace se si considera che nella vita
ciò che più conta e qualifica le persone sono le azioni e
non tanto le parole. In pratica, l'azione diventa un canale per
trasmettere le varie tematiche rafforzando il detto
anglosassone relativo allo storytelling, "Show,
don't tell!".
Tutto
quello che ho scritto sopra, dal mio opinabile punto di vista, rende
“Dragon Ball” un manga semplice, diretto, senza troppi fronzoli
narrativi, leggero, per nulla pesante e spedito come un treno in
corsa senza freni. Questo per me è ciò che lo caratterizza, il suo
punto di forza maggiore che non sempre gli viene riconosciuto anzi,
viene visto a torto come un difetto.
“Dragon Ball” non vuole
essere un fumetto complesso, ramificato, contorto e profondo, ma
un’opera non impegnativa per il proprio lettore e, a mio parere, ci
vuole anche questo nella vita: leggerezza e spensieratezza.
Per riflettere e commuoversi a ogni pagina, per deprimersi ed
interrogarsi sul senso della vita ci sono altri titoli. Secondo
me prima di avvicinarsi a “Dragon Ball” si deve ben capire questo
per goderselo pienamente ed evitare al contempo opinioni
preconcette e inutili paragoni a tutti i costi con altri famosi
manga. In fin dei conti ogni opera è a se ed è figlia del suo tempo e del
suo autore il quale è unico e inimitabile e va apprezzato (se
meritevole e in tal caso il merito esiste per me) per il suo modo di raccontare, per il suo personalissimo
stile. Dovremmo poi ricordarci che ogni autore, anche a livello inconscio, ha sempre in mente un
certo tipo di lettore al quale direttamente o indirettamente si rivolge e per riuscire a beneficiare a meglio della
sua creazione dovremmo impegnarci ad essere tutti dei
cosiddetti lettori modello. E "Dragon Ball"
ha proprio bisogno di lettori modello a mio dire!
“Guai
se un testo dicesse tutto quello che il suo destinatario dovrebbe
capire: non finirebbe più. {…} Uno scrittore, per dire troppo, a
volte diventa più comico dei suoi personaggi” scriveva
Umberto Eco. Personalmente, credo che Toriyama sia riuscito a tenersi ben lontano da un simile rischio, non trovate anche voi?
Spero la lettura sia stata di vostro gradimento e vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo.
P.S. Questo post è dedicato a tutti gli amici che mi sono stati vicini e mi hanno consigliato dopo che il blog originale in cui i vari post a tema "anime e manga" (come il qui presente) è stato chiuso con la conseguente perdita di materiale. Inoltre è dedicato a chi vive con vera passione l'amore per "Dragon Ball", a chi ha sempre saputo essere un lettore (o spettatore nel caso delle serie animate) modello e a chi scrive quotidianamente articoli a tema "Dragon Ball" con cura e rispetto dei lettori (il Team Saiyajin in testa a tutti).
Spero la lettura sia stata di vostro gradimento e vi ringrazio per avermi dedicato il vostro tempo.
P.S. Questo post è dedicato a tutti gli amici che mi sono stati vicini e mi hanno consigliato dopo che il blog originale in cui i vari post a tema "anime e manga" (come il qui presente) è stato chiuso con la conseguente perdita di materiale. Inoltre è dedicato a chi vive con vera passione l'amore per "Dragon Ball", a chi ha sempre saputo essere un lettore (o spettatore nel caso delle serie animate) modello e a chi scrive quotidianamente articoli a tema "Dragon Ball" con cura e rispetto dei lettori (il Team Saiyajin in testa a tutti).
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