26 agosto 2021

Neon Genesis Evangelion: un fallimento problematico?

Alla fine sono finalmente riuscito a recuperare la mitica serie televesiva "Neon Genesis Evangelion" del 1995 di Hideaki Anno con annessi i due film successivi e ho deciso di scrivere la mia senza alcuno scopo se non quello di comunicare quanto mi ha dato quest'opera.  

Non voglio ammorbarvi con le solite frasi fatte che si usano in queste situazioni per apparire acculturati perché lo farei solo a 'mo di pappagallo e senza una seria consapevolezza personale, quindi lascio ai reali esperti tutto il discorso sull'importanza di questa serie e il suo impatto sul mondo dell'animazione giapponese mentre io preferisco buttarmi su un commento o un'analisi se volete dalla forma un po' strana, strana come Evangelion.

Buona lettura (si spera)! 

- IO ed EVA

Prima una piccola degressione "biografica". 

Il mio primo contatto con Evangelion risale circa al 2005 per mezzo di un amico (si chiama Davide proprio come me) e totalmente per caso. A quel tempo esistevano ancora le videoteche e questo mio amico affittò in una di queste i due film di Evangelion ("Death & Rebirth" e "The End of Evangelion") per vederli assieme a casa mia sfruttando la Playstation 2 come lettore DVD. Li vidi e non ci capii molto anzi, a dirla tutta mi fecero una strana impressione (mai vidi un cartone animato giapponese di quel tipo e con una simile estetica fino a quel momento), ma il finale del film mi sconvolse rimanendo impresso nella mia memoria portandomi perfino a temerlo nel caso di una possibile nuova visione mai avvenuta prima di adesso. 

Successivamente, soprattutto grazie a internet, ho iniziato a rimuginare sulle possibilità di recuperare la serie televisiva da cui tutto ebbe avuto inizio e che non avevo mai visto, ma dovevo recuperarla per forza perché, cavolo!, non puoi non vedere Evangelion se ti ritieni un fan del mondo animato nipponico, non ti puoi permettere di avere una simile lacuna! Ma vuoi l'assenza in quel momendo di edizioni home video disponibili sul nostro mercato (tutte esaurite!) e la mia volontà di non recuperare la serie per vie diciamo "secondarie", ho rimandato e sono cosi giunto al presente quando grazie al mio abbonamento Netflix ho deciso di spararmi la serie in quest'ultimo mese assieme ai due film. Ed è cosi che siamo arrivati a questo momento...

Ma ora bando alle ciance! Passiamo alla roba seria...

- L'ESSENZA DI EVANGELION

Che cos'è "Neon Genesis Evangelion"? 

Ognuno sembra avere una propria rispettabile visione di quest'opera. Chiaramente molto dipende dalla personale percezione e interpretazione che gli si vuol dare a quest'ultima. Ciononostante, ritengo che tre siano le basi portanti che secondo me vanno oltre a tutte le altre faccende che possono essere molto soggettive, ovvero le seguenti:

- Opera d'autore con un messaggio ben preciso da esprimere con funzione teraupetica per lo stesso;

- Gli otaku (quindi una fetta forse consistente degli spettatori nipponici) come destinatari principali della stessa, almeno nelle ideali intenzioni dell'autore;

- Focus sul mondo interiore e psicologico dei personaggi, soprattutto del protagonista, volto a costruire quel messaggio sopra-citato.

Questa striminzita e asettica scaletta non renderà giustizia alla serie, ma delinea con immediatezza quello che per me è Evangelion basandomi su alcune dichiarazioni del regista (ne ho lette poche a dire il vero) e su quanto ho percepito a livello personale nel corso della visione. Ricapitolando ed estendendo la breve lista di cui sopra, Evangelion per me è una serie autoriale nata da una necessità personale dell'autore il quale aveva come scopo quello di scandagliare l'animo dei personaggi (in questo caso forse delle emanazioni di Anno e con i quali voleva scandagliare se stesso o scandagliare i personaggi per analizzare se stesso o rimettere a posto parti del suo essere, compiendo una sorta di creazione artistica teraupetica) e le problematiche insite nei rapporti interpersonali e nella comunicazione umana rivolgendosi principalmente agli otaku costruendo un messaggio che potesse idealmente provocarli a una reazione o a un cambiamento. Tutto il resto (come i famosi simboli ebraici-cristiani) a mio parere è soltanto un'affascinante e appassionata suggestione mentale. Ovvio, senza dubbio legittimi "virtuosismi mentali" in ogni caso solleticati non senza responsabilità dallo stesso Hideaki Anno (possibilmente ben conscio di questo), ma rimangono pur sempre delle elucubrazioni che a mio modo di vedere rischiano di annichilire e fagocitare il potente messaggio finale dell'opera: ed è un peccato. 

Avete presente quando si suol dire guardare il dito anziché la Luna? Ecco, secondo me è proprio quello che in parte è accaduto con Evangelion. Molti si sono concentrati sul proverbiale dito e ben pochi hanno deciso di vedere cosa quel dito stesse indicando, ossia un serio problema e una possibile soluzione.

- ANNO TROLLONE?

Dopo le belle o brutte parole di poco fa (dipende da persona a persona) devo buttarmi anch'io su un'ipotesi, ma ben legata all'autore. Questo mi serve per cercare di fare comprendere un po' meglio sia perché sono giunto alla conclusione di cui sopra e sia per provare a spiegarvi l'approccio personale che ho avuto nel guardare questa serie per riuscire ad apprezzarla.

La mia idea è la seguente: Anno ha voluto in parte trollare i suoi spettatori. Conoscendo gli otaku sapeva bene quali fossero i loro "punti deboli", come funzionassero le loro menti e al contempo il loro modo viscerale di approcciarsi a una serie. Da qui potrebbe aver pensato di impressionarli con simboli esoterici, con misteri, robottoni e del sano fan-service (alcune inquadrature mi sono parse ammiccanti e furbette, fatte di proposito) per garantirsi la loro attenzione e il loro interesse. Una volta avuti in pugno ed essendosi garantito la loro totale attenzione, ha sfoderato l'asso nella manica e li ha imboccati con il gran messaggio che aveva in serbo per loro. Dopotutto gli Eva non sembrano essi stessi una sorta di trollata? Inizialmente presentati come dei classici robottoni, si rivelano poi essere ben lontani dalla classica immagine di robot meccanico fatto di cavi, ingranaggi, olio e viti - immagino il possibile sbigottimento davanti al cambio di paradigma portato avanti da Anno con un beffardo sorriso sotto ai baffi o con velata provocazione nei confronti del genere mecha tutto.

La mia è chiaramente un'ipotesi non confermata, seppure continuo a essere assolutamente convinto di un fatto: tutto quello che si vede nella serie è in funzione al messaggio finale e non il contrario; è tutto subordinato a quest'ultimo. E se anche le simbologie varie fossero state ricercate ed edificate per motivi artistici e non solo per acchiapparsi l'attenzione di un target ben preciso di spettatori, queste sono comunque servite sempre per fortificare quel messaggio e dar forma al mondo e all'immaginario narrativo dove ignettare quest'ultimo e far muovere i suoi particolari e disturbati personaggi. Insomma, mi è parso tutto un pretesto, uno specchietto per le allodole, non il fine ultimo come alcuni sembrano aver confuso nel tempo.

Sia come sia, il pensare (anche sbagliando) che molte cose fossero delle mere "trollate" (non lo intendo in senso spregiativo) mi ha evitato di farmi prendere dal vortice dei simbolismi e delle (non)rivelazioni continuando a dare importanza al messaggio dell'opera e al percorso interiore dei personaggi, concentrandomi solo su questo e le intenzioni di Anno evitando di perdermi e farmi distrarre dal "rumore di fondo" che ho interpretato come coscientemente confusionario e inconcludente, impacchettato volutamente in tal modo. 

Forse il vantaggio di aver atteso cosi tanto tempo prima di approcciare a questa iconica serie mi ha permesso di leggere alcune cose che mi hanno fatto capire (forse capire, magari non ho capito proprio niente) quello che ho scritto nella scaletta più sopra. Grazie a tutto ciò ero pronto al famigerato finale, ero conscio dei motivi della sua esistenza e del perché fosse raccontanto proprio in quel modo li, non subendo alcuno shock nell'inevitabile momento della visione. Certo, non nego che la cosa mi abbia comunque lasciato in parte disorientato (credo sia questo "l'effetto Evangelion"), ma la consapevolezza della sua esistenza e dei relativi motivi per i quali fosse confezionato proprio in quel modo mi ha evitato, alla comparsa dei famigerati titoli di coda, di prendere e fiondare di sotto il televisore e di darmi fuoco tra isteriche risate facendo impallidire il Joker in persona.

Tale approccio, giusto o sbagliato che sia stato, mi ha in un certo verso immunizzato contro determinate cose che, secondo me e come ho ripetuto più volte, restano secondarie rispetto a quello che Anno voleva realmente comunicare e raccontare con Evangelion. Questo mi ha aiutato ad apprezzare la serie che altrimenti avrei rischiato di vedere come una roba informe priva di senso da rigettare al mittente. 

Naturalmente ben diverso è il discorso sulla trama e su chi con impegno e passione ha cercato e cerca tuttora di fare ordine nell'apparente confuso groviglio di informazioni date tra le righe da Anno (ringrazio queste persone per avermi chiarito passaggi e aspetti che avevo non proprio compreso da me). Questa è l'ossatura su cui si poggia un po' tutto e dove appunto si muovono i nostri disturbati personaggi quindi non voglio dare l'impressione di liquidarla del tutto e di far passare per "segaiolo" anche chi ha voluto approfondire e vederci chiaro partendo da quanto la serie mostra e rivela senza ricorrere a voli pindarici. Il problema si presenta quando si finisce per concentrarsi solo su quest'ultima, dimenticandosi di quello che ho provato a spiegare a mio modo sopra, finendo per vivere un'esperienza castrata con quest'opera perdendo di vista quello che Anno voleva comunicare e che per me rimane il cuore essenziale di Evangelion.

- EVANGELION: UN DUPLICE PROBLEMA?

A scanso di equivoci, a mio parere Evangelion è una serie riuscita. Nonostante i limiti produttivi che hanno, per necessità virtù, dato al finale televisivo la forma che ben conosciamo (per me funzionale, unica nel suo genere, visionaria e persino geniale) e a parte i vari riciclaggi nelle animazioni dovuti dal medesimo motivo, la serie  raggiunge il suo obiettivo se si riesce a comprendere che il suo cuore sono i suoi personaggi e il loro mondo interiore da cui si sprigiona e dipana il messaggio ultimo e non tanto il mistero relativo agli Angeli, i robottoni e l'azione. 

La serie porta a compimento l'evoluzione, il percorso psicologico e il cambiamento del protagonista (su questo, a mio modesto parere, lo spettatore dovrebbe focalizzarsi e consumare le proprie energie), riesce a comunicare il messaggio che doveva comunicare e lo fa in una forma secondo me ispirata e originale pur se costretta (o alimentata) dalle circostanze produttive. Tutto il resto è uno specchietto per le allodole come detto, la scorza del frutto e non il frutto stesso, una bella facciata colorata, ma pur sempre una facciata appunto. Ciò nonostante è pur vero che, secondo la mia opinione, c'è un problema di fondo: si è infatti portato a compimento la trama relativa ai personaggi raggiungendo lo scopo prefissato, ma lasciando (per motivi tecnici) in sospeso la trama "fisica", la trama del mondo esterno dai personaggi che ha comunque un suo peso (ripresa poi, in un secondo momento, in "The End of Evangelion"). 

In questo senso effettivamente Evangelion, come serie televisiva, ha un problema ovvero quello di aver concluso solo una delle due trame proposte seppure, per me, ha comunque chiuso quella più rilevante ai fini delle possibili intenzioni di Anno e questo mi evita di definire Evangelion come un fallimento. Però, non posso nemmeno negare che la serie da sola risulti monca di una conclusione universale: di fatto gli manca un pezzo. Se invece andiamo oltre e consideriamo il mondo Evangelion in senso ampio e "transmediale" allora il problema non si pone poiché "The End of Evangelion" ha chiuso anche la trama principale proseguendo con la poetica della serie madre.

Dall'altra parte abbiamo invece un problema legato agli spettatori, a una parte di essi. Il "loro" problema, sempre secondo me, è legato a una percezione "distorta" e alle aspettative mal riposte. Alcuni non hanno capito che Evangelion mirava principalmente al mondo interiore dei personaggi e che, attraverso di essi e al loro malessere, voleva comunicare qualcosa d'importante che andasse oltre all'estetica del "mondo fisico", alle suggestioni simboliche di natura religiosa ficcate dentro da un lato per fini estetici e dall'altro per fornire dei micro-dettagli sulla trama generale, la quale rimane comunque secondaria e tra le righe rispetto al percorso intimo dei personaggi. Insomma, alcuni hanno preferito perdersi e farsi trascinare da quello che, secondo me, era e resta un gustoso contorno ma non la portata principale o il reale obiettivo dell'opera finendo per rimanere delusi dal trattamento riservato a essa.

- HIDEAKI ANNO HA FALLITO? 

Dicevamo che per me Evangelion non è un fallimento, ma Anno potrebbe invero aver fallito da un certo punto di vista.

Infatti, se davvero per Anno l'importante era il messaggio derivante dal percorso interiore dei personaggi e non il resto purtroppo, a parer mio, ha fatto un buco nell'acqua poiché molte persone sembrano essere rimaste maggiormente rapite e stregate dall'estetica più che dal messaggio profondo della sua creatura, tanto da forzarlo a portare una "nuova" conclusione nel 1997 con il noto e sopracitato "The End of Evangelion" (e tuttavia, tornando al discorso fatto molto più sopra e se fosse valida la mia ipotesi trollante, il nostro sembra essere di nuovo riuscito a trollare tutti quanti con questo "secondo" finale e a farsi beffa dei fan). 

Evidentemente la serie tv non è bastata proprio perché, sfortunatamente, il messaggio non sembra essere stato recepito dai più e ancor meno dal suo pubblico destinatario di riferimento, gli otaku. In questo senso per me Anno ha potenzialmente fallito perché alla fine molti appassionati della sua creatura (tra cui proprio gli otaku, i suoi destinatari ultimi) sembrano essere caduti vittima di tutto quello che possibilmente doveva solo fare da sfondo e non divenire come in effetti è diventato il catalizzatore centralizzante e totalizzante di Evangelion. Nondimeno, questo ha permesso a questa serie di avere il successo planetario che ha avuto. In pratica, la cura sembra essere diventata il male che Anno voleva combattere o almeno cosi la percepisco io.

- CONSIDERAZIONI FINALI 

Non è facile chiudere questa sorta di personale analisi scritta un po' di getto su questo anime oramai leggendario. La serie, come accennato, l'ho apprezzata seppure per un po' di episodi sembra essere un continuo nuovo mostro della settimana da sconfiggere tendente alla noia (non nego che per vari episodi Evangelion non sia stato nulla di eccezionale, almeno per i miei gusti). Eppure pian piano i personaggi e i loro flussi di coscienza molto evocativi e intimi mi hanno donato un tipo di intrattenimento diverso rispetto ad altre serie animate e ho iniziato ad apprezzare Evangelion per motivi molto diversi dal consueto. 

Per quanto poi la narrazione risulti quasi sconnessa attraverso i suoi vari avanti e indietro e le risposte non giungono mai per davvero (per me volutamente), riesce comunque a generare un particolare fascino e ad appassionare, anche se ho deciso di non prendere mai troppo sul serio la trama generale finendo per vederla come un elemento al servizio dei movimenti interiori dei personaggi e del messaggio che si voleva trasmettere, secondaria - per questo risulta secondo me tanto sconclusionata e inconcludente a livello pratico. E il suddetto messaggio l'ho trovato vibrante e potente grazie anche al suo emergere in maniera prepotente e trionfa nel discusso finale della serie. Un messaggio che trovo positivo e di speranza volto a far comprendere quanto siano importanti i legami con il prossimo e di quanto possiamo sentirci vivi e completi con gli altri, svelando anche un problema di incomunicabilità insito nell'essere umano come hanno saggiamente notato Gualtiero Cannarsi (si, quel Cannarsi) e Domenico Guastafierro (in arte Cavernadiplatone).  

Non chiudiamoci nella nostra cameretta a fantasticare e a temere il contatto umano solo per paura di esserne feriti, usciamo fuori e viviamo il mondo e la vita: questo è quello che ho percepito a livello personale e intimo nei due episodi conclusivi.  

Poi l'ultima scena prima dei "titoli di coda" mi ha davvero fatto sussultare per l'emozione provata nel vedere la svolta interiore del protagonista, quasi comosso. Personalmente il finale televisivo lo preferisco a quello di "The end of Evangelion" anche per la nota di colore finale, ma secondo me i due finali sono in realtà complementari: nessuno dei due annulla l'altro. Tanto è vero che uno si concentra sul mondo interiore dei personaggi (serie tv) mentre l'altro ci mostra il mondo esterno dai personaggi e cosa accade fattualmente al di fuori di essi nel medesimo momento narrativo (film) completandosi e non escludendosi a vicenda.

Stilisticamente la serie ha un suo pregio e ci sono alcune scene e momenti visivamente riusciti (una delle mie scene preferite per come concepita e messa in scena è il mockumentary che viene mostrato verso gli ultimi 6 episodi circa, fantastico tocco registico!), ma per me viene dato il meglio nei vari momenti dei flussi di coscenza dei personaggi che sono visivamente accattivanti e davvero azzeccati (qui si avverte il frutto delle tante letture di Anno sui libri di psicologia). Nulla da ridire nemmeno sulla colonna sonora con alcuni pezzi presi direttamente dal mondo della musica "occidentale".

Insomma, credo Evangelion sia più che una visione un'esperienza persino teraupetica per alcuni. Sa entrarti in testa, sa lasciare un segno e lo dimostra il fatto che io stia qui a scriverne pur avendolo visto una sola volta. Eppure va sicuramente visto più volte ed è quello che nel tempo farò per riuscire a interiorizzarlo appieno

E' di certo un'opera particolare e non di immediata lettura, nata anche e soprattutto da esigenze personali e anche per questo motivo non è possibile ridurla a quello che ho scritto fin qui. Essendo consapevole di questo e dei miei immensi limiti, non ho la presunzione di sentenziare che Evangelion sia solo quello che qui ho cercato di esprimere (a me stesso più che ai lettori), senza contare che potrei tranquillamente aver frainteso tutto. D'altra parte escludere l'autore dall'equazione interpretativa credo sia un errore da evitare ed è importante considerare la sua opinione e le sue intime motivazioni. A questo proposito, ricercare e leggere tutte le sue interviste e dichiariazioni rilasciate nel tempo credo sia un passo molto importante per ampliare la nostra conoscenza sulla sua creatura cosi tanto intima e viscerale e cercherò di farlo pian piano (ho letto davvero poco finora, ma quel poco che ho letto mi ha comunque aiutato a capire quanto espresso nella mia scaletta scritta un bel po' di paragrafi sopra e a darmi un'utile bussola per orientarmi senza rischiare di perdermi tra i simboli).  

Qui, sia ben chiaro ai possibili lettori, ho voluto solo donare una personale visione imperfetta sulla serie tv (possibile che io cambi idea in futuro e troverò questo post antiquato e ingenuo) tenendo fuori i due film successivi e il progetto Rebuild. Ho voluto condividere la mia esperienza e il mio approccio alla serie non per comunicare che la mia esperienza fosse quella giusta, ma per capire se ci ho azzeccato qualcosa o se invece non ci ho capito nulla. Per questo mi rimetto a voi e al vostro giudizio su quanto scritto (è il reale e silente scopo di questo lungo commento) e alle vostre opinioni su questa serie che senza alcun dubbio deve essere vista da chiunque si consideri un fan dell'animazione giapponese. 

Se non l'avete ancora visionata dovreste recuperarla e se volete seguire il mio personale approccio potete farlo liberamente. Per il resto, un consiglio spassionato proprio ai possibili neofiti o a chi vide la serie anni fa trovandola ostica o delirante e vorrebbe rivederla con calma e con occhi nuovi: diffidate da chi vorrebbe presentare la propria interpretazione (che poi magari si tratta di una sovrainterpretazione, quindi attenzione) come l'unica vera via per capire Evangelion, ancora meno se costoro utilizzano la religione o la filosofia presentandole arbitrariamente come le uniche chiavi di lettura attraverso le quali rivelare il presunto vero significato dell'opera di Anno - ancor peggio se distolgono l'attenzione dai personaggi e dal messaggio che ben si evince dagli episodi finali, concentrandosi su quegli orpelli come il simbolismo confondendolo con il cuore della serie quando per me non le è affatto. Infine, diffidate anche di coloro che escludono totalmente l'autore dalla loro interpretazione facendo intuire velatamente che essi ne sanno di più o che possono fare a meno di confrontarsi con quest'ultimo ficcandogli idee e concetti occidentali che non ha mai lontanamente pensato o affermato. Non diffidate di voi stessi invece perché Evangelion non ha bisogno di esperti - o presunti tali - di filosofia o cabbalistica per essere compreso, chiunque dotato di un cervello pensante è in grado di comprendere il suo messaggio umano e affatto enigmatico come taluni vogliono presentarlo forse per convenienza personale. 

Quindi, nel caso, buona visione a tutti voi e grazie per avermi letto donandomi parte del vostro prezioso tempo. Quanto a me credo che potrei tornare su Evangelion in futuro... ahivoi. 


P.S. "Però, quanto a te, quanto a quel che non puoi far che tu, per te qualcosa da poter far dovrebbe esserci".