E'
un vero peccato quando qualcuno si
impegna a donare un'opinione o un'analisi su di un'opera animata
andando a creare collegamenti interessanti con personaggi appartenenti magari a
opere letterarie di grande importanza o a grandi autori della narrativa o filosofi, assistere a
dei commenti svilenti del tipo "bella analisi, ma non mi
sembra il caso di scomodare xxx per un cartone
animato". Personalmente, una simile affermazione la
trovo davvero stucchevole.
Secondo quale regola non scritta si può o non si può chiamare in
causa la Letteratura o la Filosofia ad esempio quando si parla di
animazione?
Questi veri e propri pregiudizi uniti a un modo di fare volto alla svalutazione dei cosiddetti cartoni animati mi lasciano spesso interdetto e perplesso. A quanto pare non si riesce (o non si vuole) comprendere
che in verità è più che legittimo scomodare discipline elevate ed autori
immortali quando si parla di opere di animazione. E questo per un
motivo: l'animazione non è diversa
da ogni altro mezzo artistico che conosciamo ed è matura
a tal punto (e non meno del Cinema, per rimanere nel campo
dell'audiovisivo) da poter permettere a un critico o a un'opinionista
di chiamare in causa con cognizione
un Platone, Nietzsche, Dante, Jung, Freud o Shakespeare senza
alcun tipo di soggezione e di "autocensura". Dopotutto, se
un'opera possiede richiami profondi e/o collegamenti con menti elevate come per esempio quelle appartenute agli uomini appena citati, perché se notati non dovrebbero essere espressi
ed esplicitati? Non capisco.
Proprio da questi interrogativi prende vita il presente post con il quale vorrei cercare nel mio piccolo di dimostrare per quali motivi secondo me l'animazione è innanzitutto arte e al contempo perché è un media all'altezza di qualunque altra forma espressiva - letteratura inclusa - dotata di una propria dignità fin troppo calpestata e respinta da persone evidentemente poco informate. E per farlo vorrei partire da una domanda ben precisa, sia per far capire la mia opinione sulla questione (credo sia giusto mettere subito le cose in chiaro) sia per darmi modo di giungere al nocciolo del post che sarà impostato sul confronto tra animazione e cinema. E perché ho scelto il "confronto" tra questi due media? Probabilmente per limiti personali, ma questo è l'unico pretesto che ho trovato per riuscire a far trapelare, attraverso le differenze sostanziali tra i due, le peculiarità e i pregi tipici dell'animazione. Spero di essere all'altezza di questa ambizione seppure non sono un massimo esperto in materia.
Iniziamo.
L'animazione è (davvero) Arte?
La mia personale risposta, abbastanza ovvia direi, è un bel si. Non
solo, sempre a mio parere l’animazione può tranquillamente
ascendere a decima
arte. Questo
naturalmente se
prendiamo come modello la lista stilata dall’italiano Ricciotto
Canudo (dobbiamo
a lui la definizione di “settima arte” per il Cinema n.d.r.) e in
seguito estesa dal francese Claude
Beylie (ed
è grazie a lui che oggi il fumetto viene considerato come la “nona arte”
n.d.r.), la quale vanta in totale nove voci. Ecco, dentro di me la
decima voce appartiene proprio all’animazione.
-
Antico fascino
L‘animazione
nasce possibilmente dal tentativo dell’uomo di riprodurre e imitare sia il mondo
circostante che se
stesso e
quindi da una spinta,
un desiderio o
un istinto
innato di
riprodurre la realtà a livello micro e a livello macro attraverso delle ancestrali incisioni e disegni sulle pareti rocciose che oggi sono siti di forte interesse, fascino e attrattiva oltre che un patrimonio dell'Umanità. Questa
stessa volontà ci ha portati in seguito a sfruttare il fuoco e il
tipico tremolio della fiamma per dar
vita a questi segni e graffiti (la tremolante luce
del fuoco infatti dona alle immagini colpite una parvenza di movimento
illusorio, la vedrei come un tentativo di animazione primitiva) fino ad arrivare alle celebri “ombre
cinesi”
dove le figure prendono letteralmente vita.
In
pratica, l’animazione sembra da sempre affascinare l’essere umano stuzzicandone la fantasia e ritagliandosi un posto tutto suo tra le
tante forme artistiche partorite dal suo ingegno e dal suo intimo bisogno di capire
e rappresentare il mondo anche per via simbolica.
-
Il Cinema e l'Animazione
Il
Cinema come ben sappiamo è riconosciuto universalmente come la
“settima arte” e riassume in sé tutte le altre arti estetiche.
Possiede un peculiare modo di esprimersi attraverso un
linguaggio retto da una grammatica propria il che lo rende
effettivamente un mezzo perfetto per esprimere idee (persino di propaganda come ampiamente fatto nel corso della Seconda Guerra Mondiale ad esempio, non diversamente dall'animazione comunque) e narrare storie. Tuttavia, l’animazione non è da meno
e non è un genere cinematografico come alcuni pensano: è un
universo a sé stante, nata ben prima della stessa fotografia come fatto intuire già nel precedente paragrafo; dotata
di una propria estetica, composizione e storia.
L’animazione
trae origine dalla creatività dell’artista e, a differenza del
cinema dal vero, parte e prende vita praticamente dal nulla. Tutto
quello che vediamo sullo schermo (fatta
eccezione del “rotoscopio“), dai personaggi e l’ambiente in cui agiranno agli elementi della
natura, dai suoni fino ad arrivare allo stesso movimento tutto deve essere creato letteralmente da zero.
L'animazione
ingloba in sé la letteratura, il fumetto, il disegno e in pratica
tutte le arti figurative - quindi si, anche la pittura, la scultura e la fotografia. Sfrutta la
narrativa e i relativi archetipi, spazia in qualsiasi genere senza
problemi e sfrutta una composizione musicale originale per
accompagnare le immagini su schermo proprio come nei film dal vivo.
Oltre a questo, l’animazione può fare a meno dell’assetto e dello
scopo narrativo, svestendo gli abiti di puro intrattenimento, per
divenire esclusivamente “arte plastica in movimento” e dunque
ascendere a pura espressione artistica.
Se
ci concentriamo sull'aspetto produttivo noteremo che, alle spalle
di un episodio di una serie televisiva o di un lungometraggio animato, vi è una mole di lavoro spaventosa per non dire ciclopica. Basti
pensare che nell'animazione tradizionale a disegni animati (soprattutto ai tempi in cui si faceva tutto a mano e nel caso di un’opera in “full
animation”, l’animazione “a passo uno” in soldoni) per ogni
secondo di video occorrono ben 24 disegni. Tuttavia,
anche a passi inferiori (molto più comuni e praticamente quasi la
norma nell'animazione giapponese commerciale ad esempio) e anche
con il supporto odierno dei computer (i quali semplificano la vita
certo, ma non fanno tutto il lavoro sporco e l’abilità umana è
ancora essenziale a differenza di quello che pensano alcuni), la mole
di lavoro resta comunque gigantesca. Basta
dire che sono richiesti circa 2.500/3000 disegni per un singolo
episodio di venti minuti di una serie per
comprendere la mole di lavoro dietro a un'opera animata. I
disegnatori, i quali si dividono in due figure professionali ben
precise, sono veri e propri artisti che riversano la loro abilità in
ogni singolo fotogramma rendendo l’opera animata una vera e
propria opera
d’arte in movimento. E
se tutto questo non dovesse bastare aggiungiamo che l’animazione
veicola messaggi, affronta svariate tematiche (adulte e mature), può
lanciare critiche sociali e donare riflessioni, ed è a tutti gli
effetti – non meno del cinema e della letteratura – un mezzo
di comunicazione e
un mezzo
espressivo di
grande efficacia e potenza che nulla ha da invidiare al cinema dal
vero.
Tutto
questo per far comprendere quella mia personale
risposta alla domanda iniziale ossia che l’animazione
è arte,
o almeno cosi io la vedo e cosi sempre la vedrò. Per questo non
riesco proprio a digerire sia quando alcune persone arrivano a sottostimarla
e a vederla come un medium esclusivamente a uso e consumo dei bambini (in realtà, proprio come
il cinema dal vero, può anche donare
opere rivolte ai bambini in base allo scopo che l’autore e/o
l'emittente televisiva e/o lo studio si sono prefissati) sia quando
alcuni vanno a scrivere quei commenti di risposta come quello che ho
riportato all'inizio e che ha scatenato in me questa reazione
portandomi a scrivere tutto questo.
Spero di aver fatto comprendere le mie motivazioni dietro a tale "allergia" personale per gli atteggiamenti qui descritti e aver fornito magari una visione alternativa o qualche utile input a chi ha una forte curiosità. Dopotutto il mio intento non è quello di dare risposte assolute (non le ho), ma è spingere i lettori ad intraprendere la propria ricerca per comprendere davvero l'arte dell'animazione.
Spero di aver fatto comprendere le mie motivazioni dietro a tale "allergia" personale per gli atteggiamenti qui descritti e aver fornito magari una visione alternativa o qualche utile input a chi ha una forte curiosità. Dopotutto il mio intento non è quello di dare risposte assolute (non le ho), ma è spingere i lettori ad intraprendere la propria ricerca per comprendere davvero l'arte dell'animazione.
---
Fonti: Non so se si possa proprio parlare di fonti, ma quanto scritto deriva anche dalla mia scoperta casuale di un bel documento in PDF di Pastore M. Bernadette sul quale mi sono principalmente basato per scrivere questo post. A dire il vero in questi anni ho appreso un po' da tutti per quanto concerne il mondo dell'animazione e alla maturazione della mia visione su quest'ultimo, ma l'unico nome noto che posso menzionare per correttezza (anche perché, come detto, è da lei che ho assorbito maggiormente quanto qui espresso) è quello di cui sopra.
Fonti: Non so se si possa proprio parlare di fonti, ma quanto scritto deriva anche dalla mia scoperta casuale di un bel documento in PDF di Pastore M. Bernadette sul quale mi sono principalmente basato per scrivere questo post. A dire il vero in questi anni ho appreso un po' da tutti per quanto concerne il mondo dell'animazione e alla maturazione della mia visione su quest'ultimo, ma l'unico nome noto che posso menzionare per correttezza (anche perché, come detto, è da lei che ho assorbito maggiormente quanto qui espresso) è quello di cui sopra.
Nessun commento:
Posta un commento